Tempo fa, una collega mi ha chiesto un manuale perché per quest’anno aveva accettato una supplenza sul sostegno.
Non ho potuto dare una risposta e ho suggerito di leggere la diagnosi del bambino prima ancora di cercare un libro, mi sono resa disponibile e poi nulla.
Ripenso spesso ad alcuni incontri, confronti e scontri, alle convinzioni di alcuni sul ruolo dell’insegnante di sostegno.
Ecco, avrei voluto dire alla mia collega che essere insegnante e lavorare con la disabilitata’ non e’ un mestiere che si improvvisa seguendo un manuale o fotocopiando schede.
Avrei voluto anche aggiungere che lavorare con la disabilità richiede prima ancora di un titolo studio, la capacità di creare e mantenere relazioni, di un’indole generosa e altruista e di essere meno maestrina.
Richiede resilienza e entusiamo perché bisogna gioire anche di piccoli passi, perché per percorrere una strada i nostri alunni hanno bisogno di tanti, tanti piccolissimi passi.
L’ottimismo e la fiducia di un altro piccolo passo è la chiave del nostro successo lavorativo e del loro percorso di vita, quindi se cerchi tutto questo in un manuale, NON esiste!
Buon lavoro e buona vita…
Antonella
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