Non è semplice rispondere alla domanda perché in realtà una risposta da manuale e pronta all’uso, non esiste!
Condivido con voi le parole di Jim Sinclair, persona con disturbo dello spettro autistico:
“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi.”
Jim Sinclair, 1998
si bello ma poi nella pratica diventa un po’ più difficile fare un percorso riuscendo a capire quello che il bambino avrebbe bisogno o che vorrebbe.
la solitudine della famiglia un ‘altro aspetto, non sempre si ha l’appoggio dell’ASL. La scuola anche li ci vuole un docente preparato o con qualche esperienza a riguardo. Sappiamo tutti le difficoltà che si ha nella scuola.